Antonino Tranchina
Antonino Tranchina ha studiato Lettere moderne e Arti visive all’Università di Palermo e di Bologna. Nel 2015 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte all’Università ‘La Sapienza’, con una tesi sulle testimonianze di cultura artistica provenienti dal monastero del Salvatore in lingua Phari a Messina, durante il XII secolo.
Ha dedicato le sue ricerche al monachesimo altomedievale del Sud Italia, prima come borsista, poi come assistente scientifico alla Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la Storia dell’arte in Roma, dove pure collabora con progetti volti alla conoscenza e catalogazione dell’arredo liturgico dell’Italia meridionale (Mapping Sacred Spaces: Forms, Function and Aesthetics in Medieval Southern Italy), all’esplorazione digitale della cartografia storica e delle fonti periegetiche (Naples Digital Archive: Moving through Time and Space), allo studio dell’abbazia di Saint Foy a Conques tra Medioevo e modernità (Conques in the Global World. Transferring Knowledge: From Material to Immaterial Heritage). È attualmente docente a contratto di Storia della miniatura all’Università di Udine.
Al centro del suo interesse è la veicolazione storiografica dei concetti di Medioevo e grecità, in particolare la fortuna della ‘questione bizantina’ nella moderna letteratura storico-artistica. A questo proposito, ha analizzato l’impatto delle discipline medievistiche nel panorama accademico italiano del Novecento, focalizzandosi sull’ambiente romano. L’approfondimento della figura di Guglielmo Matthiae (1909-1977) e del suo contributo scientifico si inserisce in questo solco, con l’obiettivo di esplorare la rilevanza degli studiosi italiani di metà secolo nel campo della bizantinistica internazionale, a partire dai preziosi materiali fotografici confluiti nella raccolta di Federico Zeri.